venerdì 1 gennaio 2016

Il mio cuore è con il Fatto. Buon anno!








Il Fatto Quotidiano è l’unico giornale che pago solo se voglio, decidendolo ogni giorno, a seconda se mi va oppure no. Certo gode anch’esso del credito di imposta sulla carta che non può evitare, ma c’è una legge che obbliga gli italiani a sostenere con soldi pubblici tutti gli altri quotidiani ed è a questo che il Fatto rinuncia dichiarandolo programmaticamente sulla testata. Intendo dire che se non lo compro non lo pago, come invece mi tocca fare per tutti gli altri quotidiani. Per fare un esempio il Giornale mi sta sulle balle (ed è un mio pieno diritto, com’è diritto dei suoi lettori considerarlo fantastico), e perciò non lo compro. Ma lo pago lostesso.
Questo piccolo paradosso, piccolo ma grande, grande come una tomba, come quella di Adamo Smith il quale vi si rivolta dentro già da molto tempo, vale haimè anche per Il Manifesto, quotidiano comunista ma evidentemente un po' ipocrita. 

Siamo in una democracy talmente ipocrita che sostiene i giornali che vanno bene al proprio regime invece di lasciarlo fare ai lettori. E questo anche se dietro vi si nascondono robustissimi poteri economici. Pensiamo ad esempio a La Repubblica con De Benedetti, ma anche a Berlusconi.
Certo, si può obiettare che è così da secoli (mi riferisco ai potentati economici che controllano la stampa) e che pertanto anche il mio lamento è ipocrita, ma resta il fatto che se io domattina non compro il Fatto Quotidiano non lo pago mentre non posso dire altrettanto di tutti gli altri. Qualcuno di essi è addirittura nato con l’esplicito intento di sfruttare i finanziamenti pubblici e sono quelli letti in pratica solo dagli altri giornalisti. 
Ci sono poi altri quotidiani storicamente importanti come L’Unità, già morti e sepolti dal mercato perché appartengono ad un’altra fase storica e non l’hanno capito, oppure, come ho già detto, Il Manifesto che oggi non ha più niente di niente, salvo la storica capacità di fare eccellenti e simpatici titoli. Ebbene io domani pagherò anche quelli indipendentemente da ciò che sceglierò di fare.

Poco male, si tratta della parte millesimale di un Euro e mezzo, ma per me conta il principio. E anche i contenuti, visto che mi trovo spesso d’accordo. Certo, ad esempio: se fosse un pochino più indipendente sulle questioni internazionali sarebbe ancora meglio. (E non è una cosa impossibile nonostante l’esistenza della NATO e del Mossad, come del resto insegna proprio il Manifesto con Giuliana Sgrena).
Ma è meglio non chiedere la luna, sarebbe come chiedere a Furio Colombo di abbandonare le sue storiche posizioni parasioniste… 



Detto questo comunque, onore al merito. Fino ad oggi il Fatto Quotidiano ha dimostrato che avevano ragione proprio quelli come Colombo, Padellaro, Travaglio e tanti altri che hanno scommesso sulla possibilità di fare informazione sulla carta stampata anche senza la stampella pubblica. Bravi!

Auguro a loro e a tutto il mondo del Fatto Quotidiano: Lunga vita!

Grazie e buon anno.



Un lettore indipendente.

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