sabato 30 gennaio 2016

WW3: Cospirazioni geopolitiche








In tutte le rivoluzioni come quella bolscevica e quella francese dietro le sommosse di piazza c’è una regia occulta con interessi diversi da quelli civili. Interessi e valori completamente avulsi da quelli che ci vengono insegnati a scuola.


Lo scrive Enrica Perucchietti su Mistero di Dicembre 2015, rivista del gruppo Mediaset che in questo numero dedica, tra l’altro, due articoli a temi d’attualità politica internazionale normalmente accantonati dal mainstream casereccio. Il primo riguarda le primavere arabe viste come proiezione di piani eterodiretti per la destabilizzazione di regimi consolidati. Il secondo il TTIP.


Sono trent’anni, scrive Perucchietti, che varie società ed enti privati gravitanti a Washington collaborano con Il Dipartimento di Stato e la CIA per la realizzazione di piani strategici ufficialmente negati.Ad esempio gli attivisti locali che hanno dato vita alle proteste di Serbia, Georgia, Ucraina e Kirghizistan erano finanziati ed addestrati da Washington.

Si tratta di una strategia finalizzata agli obiettivi geopolitici di Washington, simile a quella utilizzata dalle strutture Stay Behind nei decenni precedenti per la mimetizzazione nella società civile.

Il punto da cogliere è che si tratta di tecniche finalizzate al controllo e/o alla destabilizzazione delle leadership dei propri alleati, non dei nemici.

In Tunisia i leaders deposti si sentivano forti dell’appoggio occidentale e perciò si sono trovati del tutto impreparati di fronte alla forza dei ribelli. In particolare fin da subito i manifestanti rivelavano conoscenza ed esperienza in tecniche di disobbedienza civile. 

E’ questo scarto di preparazione, che per esempio non ha avuto in altre occasioni Erdogan, a determinare il vantaggio dei mandanti.

Da dove veniva questo know how prima impensabile nel mondo arabo?? 

Dall’occidente atlantista il quale, dopo la crisi del 2008 ha iniziato a coccolare la finanza araba aprendosi ai nuovi desideri geopolitici dei finanziatori qataro-sauditi. I giovani nordafricano avevano manuali di “tattica della guerriglia urbana” tradotti in arabo dall’inglese.


Si tratta di nuovi movimenti di protesta che non usano la forza propria del vecchio modello castrista/palestinese, ma che si organizzano in reti secondo il modello “Otpor!” che scalzò Milosevic.

Perucchietti fa riferimento alla ricerca di Alfredo Macchi sugli eventi del 2011, tutti documentati nel suo “Rivoluzioni S.p.a.” Analisi che hanno riconosciuto il fenomeno fin dall’inizio ma che sono state accantonate dai media se non proprio censurate.
Si tratta di cose che riviste e monografie specialistiche come Limes hanno già presentate alla opinione pubblica. Ad esempio c’è un articolo di Emanuela C. Del Re apparso su Limes n°3 del 2011 nel quale, analizzando la prima fase del movimento rivoluzionario che ha travolto Mubarak si evidenzia la “non spontaneità” di quanto sta accadendo in quei mesi e si ricostruiscono i legami e le analogie tra il gruppo di protesta 6 Aprile e Otpor.
C’è poi Scientific American del Febbraio 2011 che indaga le sintonie tra la rivoluzione egiziana e le teorie di Gene Sharp sull’attivismo non violento.


Tutto ciò era già simbolicamente ostentato da una foto famosa, che ha fatto il giro del mondo nei primi mesi del 2011: la donna islamica che affronta i poliziotti con il giglio nel pugno, logotipo di Otpor.





Pertanto le primavere arabe sarebbero solo un passo avanti nella cospirazione NVO (New World Order) ottenuto perfezionando nuove tecniche di manipolazione politica già sperimentate nel ventennio precedente.



Non ci vedo niente di paranoico in questa analisi.

Ma, evidentemente, per renderla dicibile occorre aggirare l’intervento di Big Brother mimetizzandola tra misteri, esoterismi e spiritismi vari…




Morale




"When money talks, truth keeps silent."










Nessun commento:

Posta un commento

DSP alle europee

  Alla fine della campagna di raccolta sono state consegnate 60mila firme. Non bastano ma sono state un’ottima occasione per parlare con la ...