giovedì 14 gennaio 2016

WW1, i Krupp





La storia di questa importante famiglia di armigeri tedeschi ha inizio all’epoca della Guerra dei trent’anni quando Arndt Krupp appone, nel 1587, la propria firma nel registro dei commercianti della città di Essen, nella Ruhr.  Costui morì nel 1624 e il figlio Anton sposò Gertrud, figlia di un fabbricante d’armi.


Un altro paio di generazioni e la Ruhr cambia pelle iniziando precocemente la propria rivoluzione industriale grazie alla locale ricchezza di carbone.


Il 1 Settembre del 1870 nel pieno della guerra Franco-Prussiana, a Sedan alle sette del mattino il potente generale McMahon alla guida dell’Armata francese viene colpito da una scheggia di granata. Cede il comando, la battaglia infuria e alle 16 del pomeriggio il re Guglielmo cambia tattica e ordina il bombardamento della città. Poco dopo compaiono le bandiere bianche. E’ la resa dei francesi.

17.000 tra morti e feriti; 85.000 prigionieri (l’intera armata superstite) tra i quali l’imperatore Napoleone III. L’Alsazia e la Lorena vengono cedute ai tedeschi e il re diventa Guglielmo I, Imperatore di Germania. Nasce il mito: si diffonde la leggenda che a vincere siano stati i cannoni dei Krupp. L’agghiacciante decisione di bombardare i civili viene dimenticata.

Aiutato dalla nuova fama leggendaria Alfred Krupp, il marito della famosa Bertha, si costruisce l’altrettanto famosa villa da trecento stanze. Cannoni, rotaie e fucili. Egli diviene famoso in tutto il mondo e da tutto il mondo riceve nuove commesse. Si candida in politica.

Ma gli operai non lo vogliono e alle elezioni viene battuto proprio da un suo ex operaio candidato nelle liste socialdemocratiche. Poco male. La sua ideologia concepiva l’operaio come un robot iperproduttivo che doveva anche dare nuovi nati alla patria e all’industria. Quando morì però, i suoi dodicimila operai non vollero perdersi il suo funerale e lo illuminarono con l’accensione di 12.000 torce.


Il figlio Fritz divenne più ricco di Guglielmo II estendendo la produzione alle blindature per le navi di una marina imperiale in sempre più forte crescita al fine di diventare più grande di quella inglese.
Ma, stabilitosi a Capri, fu coinvolto in uno scandalo sessuale legato alla sua passione per gli artistici nudi maschili e si tolse la vita.

La sua prima figlia nonché erede dell’attività paterna, si chiamava pur ella Bertha in ricordo della Nonna. Costei fu indotta dal Kaiser a sposare Gustav von Bohlen il 15 Ottobre 1906. E fu la sua fortuna. Al termine di WW1 infatti fu lui, Gustav, ad andare in galera a scontare una condanna a 15 anni inflittagli dal tribunale militare francese. Guglielmo II infatti aveva suggerito alla giovane Bertha un marito che assicurasse all’impero armi sempre più preziose ed in gran quantità e che le facesse, di fatto da scudo.

Il parvenu von Bohlen usava, ovviamente, il cognome Krupp e favoriva ruffianamente la megalomania imperiale. Ma le corazze e i cannoni forniti alla flotta erano considerati deludenti soprattutto dalla marina tedesca che il 3 Novembre del 1918 si ammutinò determinando la fuga in Olanda di Guglielmo II.

Intanto i carri armati britannici avevano, dopo quattro terribili anni di guerra, sfondato ad Amiens determinando la fine del conflitto.



Le officine Krupp furono sottoposte ad ordine di smantellamento da parte degli alleati il 29 Maggio del 1920. Vi fu una resistenza degli operai che causò alcuni morti. Gustav ne approfittò per organizzare funerali grandiosi con tre giorni di manifestazioni. Ma i francesi, che stavano occupando tutto il bacino della Ruhr, accusarono e processarono Gustav di aver incitato alla ribellione i suoi operai. Da qui la condanna a 15 anni, ma la prigione lo trasformò in martire agli occhi dei suoi concittadini. L’inflazione iniziava a sconvolgere l’economia tedesca lasciando intravvedere gravi rischi politico sociali. E pertanto Gustav venne rilasciato a fronte del pagamento di una enorme ammenda dopo aver scontato meno di un anno di galera.  Fraternitè, Egalitè e, appunto, Libertè.

Gustav tornò ad Essen come un vittorioso. E negli anni trenta cominciò a tenere d’occhio l’ex caporale Adolf Hitler col quale, dopo opportuno foraggiamento, ricostruì in forma aggiornata l’alleanza guglielmina: Grande industria, nazisti e generali.




Il resto alla prossima puntata, anzi Postata









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