venerdì 6 settembre 2019

l'otto settembre di Valdagno








Il 9 Settembre dell’anno 1943, durante il pomeriggio, il capitano Ugo Alfieri, che comandava il presidio militare valdagnese, si arrendeva formalmente ai tedeschi.
La Luftwaffe aveva occupato i locali della GIL (Gioventù Italiana Littorio) situati davanti a quella che oggi è la scuola media Marzotto Garbin. L’atto seguiva al bollettino di guerra (n.1201) che il Maresciallo Badoglio aveva letto alla radio (EIAR) la sera precedente.

Tale comunicato diceva che il Governo riconosceva la superiorità nemica e aveva chiesto ed ottenuto l’armistizio al generale Eisenhower. Pertanto comandava la cessazione delle ostilità nei confronti delle forze anglo-americane. Come noto ciò fu causa di notevole sbandamento tra le truppe italiane che non seppero come comportarsi.


A Valdagno la resa non fu totale e alcuni militari si diedero alla fuga nascondendo le armi. In particolare quattro mitragliatrici della contraerea italiana vennero date, in cambio di abiti civili, a Severino Visonà destinato a diventare in breve tempo il partigiano Nave. Costui le nascose nelle cavità della miniera Pulli a Maglio di Sopra. Sono le prime armi della resistenza valdagnese e verranno usate nell’Aprile del 1945 contro le colonne tedesche in ritirata.

I locali della GIL vennero, nei mesi successivi dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana, usati dagli uomini della Decima MAS comandati da Junio Valerio Borghese e verranno ripresi in possesso dai partigiani della Brigata Rosselli, tra i quali mio padre, sotto il comando di Duilio Ongaro il 26 Aprile 1945. Lì verranno distribuite le armi alle squadre che presidieranno giorno e notte gli stabilimenti Marzotto nei giorni successivi per proteggerli dalle truppe tedesche in ritirata.  Anche i tedeschi catturati verranno tenuti per alcuni giorni prigionieri sotto i locali delle filature cardate.

L’anno successivo la manifattura Marzotto assegnerà le case alle famiglie operaie, compresa la mia ove sono nato e cresciuto a cento metri in linea d’aria, e i locali della GIL, assieme ad altri, diverranno scuole di Stato.








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