domenica 31 gennaio 2021

La crisi di governo è una bufala.

 






1- La crisi di governo è una bufala. Essa serve a prendere tempo per stabilizzare fino al semestre bianco il quadro parlamentare che regge la maggioranza Conte e prendere i soldi dell’Europa. Tale maggioranza era stata concepita esattamente per questo e va confermata ad ogni costo.

Questa settimana di stallo è stata usata per rinviare alcune cose minori come ad esempio il tema della Giustizia, per far testimoniare Conte al processo contro Salvini senza essere formalmente in carica, per mandare Renzi ad aprire una strada con l’Arabia Saudita ma soprattutto per coprire la crisi tremenda e segreta del Vaticano ove c’è aria di scissione antibergogliana. Il silenzio totale sulla sessione World Economic Forum è servito soprattutto a questo: per non trasformare il dibattito di Davos (anche se in realtà è stato tutto virtuale) in una occasione nella quale si manifestasse il dissenso antimodernista e antipandemico che fa capo all’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico degli USA. Costui infatti è radicalmente contrario al Great Reset sul quale invece la Chiesa di Bergoglio ha dato il via libera.

 

 

2 - Occorre inoltre gestire un quadro stabile e ordinato per ospitare il G20 e rinnovare il presidente della Repubblica. Costui dovrà essere uno che offra totali garanzie sugli equilibri euroatlantici e sulla realizzazione degli obiettivi generali di innovazione tecnologica che verranno fissati nel WEF di Maggio e ratificati nel G20 di Ottobre.

Più che un problema Conte c’è quindi ancora un problema Salvini. La maggioranza Conte 2 era stata realizzata estromettendo Salvini perché costui non offriva le garanzie di europeismo sufficienti per prendere i fondi monetari eccezionali che stavano per essere approntati. Inoltre il governo con Salvini non permetteva di onorare gli impegni di immigrazione quantitativamente necessari per sostenere gli indici demografici europei di lungo periodo. Tali flussi di immigrazione sono infatti necessari per mantenere sostenibili i mutui di lungo periodo su cui si erano impostati piani di fuoriuscita dalla crisi del 2008. (Senza l’immigrazione l’Europa non è in grado di esprimere il PIL necessario per pagare quei muti). Salvini e i populisti dell’Est lavorano contro questi vecchi scenari economico-finanziari voluti soprattutto da Soros e vanno contrastati. Tuttavia nel 2019 è diventato chiaro che essi da soli non sono sufficienti perché la Cina, che detiene e compra i titoli di debito statunitensi, aveva anch’essa una prospettiva di crescita più contenuta (dal 7 al 4/4,5 percento). Tale situazione dell’economia cinese ridurrebbe il potere d‘acquisto sul debito occidentale aggravando le prospettive di solvibilità del debito globale ed evocando un possibile default totale. La fine del capitalismo di Marx, Engels e Lenin.

Occorreva pertanto accelerare l’innovazione tecnologica lanciando lo scenario preparato dal WEF con la quarta rivoluzione industriale. E mascherare il default con una traumatica pandemia per non dover dichiarare morto il capitalismo.

Ora, l’implementazione dello scenario ipertecnologico del WEF richiede però delle condizioni sociali che ancora non c’erano nel 2019 nel gruppo di paesi trainanti. Innanzitutto quelle relative alla struttura demografica.  Ecco quindi una gestione dell’evento pandemico finalizzata a ringiovanire la popolazione e distruggere una consistente quantità di posti di lavoro nell’industria e nel commercio per far posto alla robotizzazione e all’automazione spinta. La forza lavoro umana dovrà essere usata solo laddove costa meno dei robot. E’ stato pertanto usato il 2020 per procedere in tutta fretta abbattendo le resistenze sociali e iniziando una correzione della struttura demografica. In pratica puntellare la finanza, cancellare una significativa quota di debito con fallimenti sopportati dal ceto medio e innescare un trend con meno anziani (perché ritardano l’innovazione) e più nativi digitali. A questo serve il trauma della operazione Covid.

 

3 -  La nuova maggioranza sarà pertanto uguale a quella del Conte 2 ma con alcuni conti regolati. In particolare il via libera ai soldi europei e un rimpasto che favorisca la definitiva incorporazione dei cinquestelli nell’area ex PD. Contemporaneamente Berlusconi, se vuole essere in gioco per la presidenza della Repubblica, dovrà accorpare attorno alla figura di Renzi una nuova polarizzazione del centrodestra per affrontare le prossime elezioni.

Ovviamente tutto può succedere e non esiste la sfera di cristallo ma certamente le elezioni potranno essere anticipate anche col Conte ter. E se il centrodestra non decompone l’assetto salvinian-meloniano allora il compito del Conte Ter si allargherà anche verso una rapida legge elettorale interamente proporzionale per assicurare una futura maggioranza interamente negoziata e non vincolata dal risultato elettorale.

In tal caso moriremo democristiani.

 




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