venerdì 12 marzo 2021

Pensierini del week end

 





I padroni del mainstream che ci hanno rifilato la campagna di Me Too e ora quella di HARRY/MEG invocano il cambio di passo. E’ una parola d’ordine per iniziati per riassestare i rapporti finanziari tra NASDAC (neocapitalisti Techno) e Wall Street (tradizionali) in vista del cambio di fase.

 La Covid19 (nome della campagna mediatica che accompagna la omonima simulazione pandemica), che seguiva Me Too, che a sua volta seguiva quella di Greta Tumberg, ci ha dimostrato l’enorme potenza di fuoco del Global Mainstream mostrandoci un mondo intero che ripete papagallescamente gli stessi messaggi per un anno intero senza verifiche, senza approfondimenti e anzi, con bullismo mediatico contro le inchieste indipendenti. Significa che l’oligarchia mediatica che domina la comunicazione ansiogena vuole consolidare il controllo della fase entrante ma evidentemente non si sente ancora totalmente sicura. Intanto però l'Italia san-marian-lettiana, per non sentirsi fuori passo, mette in campo una ulteriore clausura e ci riempie di zone rosse.

Gli Stati sono alle schermaglie finali per il raggiungimento degli obiettivi WEF: i posti di lavoro distrutti finora sono ancora insufficienti, in particolare l’Europa deve mettere sul piatto qualche ulteriore decina di migliaia di disoccupati, ma tocca soprattutto ai paesi nordici che hanno fatto poco nel 2020. E vorrebbero in cambio un maggiore taglio del debito da parte del sud Europa.

 

Campagna Harry/Meg

Un’intervista top gossip americana (Ophra Winfrey) ha rilanciato il tema che possa esistere all’interno della Royal FAMILY una dialettica razzista. Una migliore integrazione dei neri nell’elite costituisce un obiettivo di medio termine e la campagna George Floyd ristagna. Occorre sciogliere le resistenze al cambiamento che caratterizzano la diplomazia segreta di Buckingham Palace e aprire la strada ad una discendenza multietnica nella Royal Family. Diana era stata eliminata perché incinta di un potenziale discendente musulmano incompatibile con le regole segrete del lignaggio reale britannico e la sua eliminazione aveva permesso di rimandare il problema per un paio di decenni, quelli appunto della globalizzazione con l’ascesa del ceto neocapitalista techno e il New Normal incalza. Ma ora non c’è più tempo; lo scettro dovrà cambiare a breve (statisticamente parlando) e il trono passerà a Charles con la conseguente linea dinastica. Pertanto se ci sono ancora battaglie dinastico/familiari da chiudere questo è il momento e Harry, che ha dimostrato disponibilità a staccarsi dalla gabbia del gioco dinastico e vive in California, deve pur lavorare per mantenere la famiglia e perciò si presta a fare da testimonial. Lo schema è un po’ questo: lui conferma la propria esclusione dal gioco dinastico in cambio di un cambiamento delle regole di palazzo che non escludano potenziali eredi di colore. Sua moglie possiede un genoma, diciamo così, multietnico e quello (o quella) che è in grembo potrebbe essere l’occasione per realizzare l’innovazione. Perciò nell’intervista Meghan si lascia (di proposito) sfuggire affermazioni del tipo: “Il primo membro di colore in questa famiglia deve avere gli stessi diritti che spettano agli altri nipoti” e parte la campagna antirazzista.

L’antirazzismo, come anche l’anti sessismo (discriminazioni di genere) e l’anti omofobia sono le condizioni per l’ingresso nel New Normal e il vecchio continente delle monarchie deve darsi una mossa. Anche questi nuovi valori devono entrare nel pensiero unico del terzo millennio. Quello dello Stakeholder Capitalism e della Telemedicina vaccinocratica. Non si può scherzare; si tratta di un processo che deve portare all’assunzione irreversibile da parte dell’élite del completo potere morale sul popolo bue.

 

 



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