I padroni del mainstream che ci
hanno rifilato la campagna di Me Too e ora quella di HARRY/MEG invocano il
cambio di passo. E’ una parola d’ordine per iniziati per riassestare i rapporti
finanziari tra NASDAC (neocapitalisti Techno) e Wall Street (tradizionali) in
vista del cambio di fase.
La Covid19 (nome della campagna mediatica che
accompagna la omonima simulazione pandemica), che seguiva Me Too, che a sua
volta seguiva quella di Greta Tumberg, ci ha dimostrato l’enorme potenza di
fuoco del Global Mainstream mostrandoci un mondo intero che ripete
papagallescamente gli stessi messaggi per un anno intero senza verifiche, senza
approfondimenti e anzi, con bullismo mediatico contro le inchieste
indipendenti. Significa che l’oligarchia mediatica che domina la comunicazione
ansiogena vuole consolidare il controllo della fase entrante ma evidentemente
non si sente ancora totalmente sicura. Intanto però l'Italia san-marian-lettiana, per non sentirsi fuori passo, mette in campo una ulteriore clausura e ci riempie di zone rosse.
Gli Stati sono alle schermaglie
finali per il raggiungimento degli obiettivi WEF: i posti di lavoro distrutti
finora sono ancora insufficienti, in particolare l’Europa deve mettere sul
piatto qualche ulteriore decina di migliaia di disoccupati, ma tocca
soprattutto ai paesi nordici che hanno fatto poco nel 2020. E vorrebbero in
cambio un maggiore taglio del debito da parte del sud Europa.
Campagna Harry/Meg
Un’intervista top gossip
americana (Ophra Winfrey) ha rilanciato il tema che possa esistere all’interno
della Royal FAMILY una dialettica razzista. Una migliore integrazione dei neri
nell’elite costituisce un obiettivo di medio termine e la campagna George Floyd
ristagna. Occorre sciogliere le resistenze al cambiamento che caratterizzano la
diplomazia segreta di Buckingham Palace e aprire la strada ad una discendenza
multietnica nella Royal Family. Diana era stata eliminata perché incinta di un
potenziale discendente musulmano incompatibile con le regole segrete del
lignaggio reale britannico e la sua eliminazione aveva permesso di rimandare il
problema per un paio di decenni, quelli appunto della globalizzazione con l’ascesa
del ceto neocapitalista techno e il New Normal incalza. Ma ora non c’è più
tempo; lo scettro dovrà cambiare a breve (statisticamente parlando) e il trono
passerà a Charles con la conseguente linea dinastica. Pertanto se ci sono
ancora battaglie dinastico/familiari da chiudere questo è il momento e Harry,
che ha dimostrato disponibilità a staccarsi dalla gabbia del gioco dinastico e
vive in California, deve pur lavorare per mantenere la famiglia e perciò si
presta a fare da testimonial. Lo schema è un po’ questo: lui conferma la
propria esclusione dal gioco dinastico in cambio di un cambiamento delle regole
di palazzo che non escludano potenziali eredi di colore. Sua moglie possiede un
genoma, diciamo così, multietnico e quello (o quella) che è in grembo potrebbe
essere l’occasione per realizzare l’innovazione. Perciò nell’intervista Meghan
si lascia (di proposito) sfuggire affermazioni del tipo: “Il primo membro di
colore in questa famiglia deve avere gli stessi diritti che spettano agli altri
nipoti” e parte la campagna antirazzista.
L’antirazzismo, come anche l’anti
sessismo (discriminazioni di genere) e l’anti omofobia sono le condizioni per l’ingresso
nel New Normal e il vecchio continente delle monarchie deve darsi una mossa.
Anche questi nuovi valori devono entrare nel pensiero unico del terzo millennio.
Quello dello Stakeholder Capitalism e della Telemedicina vaccinocratica. Non si
può scherzare; si tratta di un processo che deve portare all’assunzione
irreversibile da parte dell’élite del completo potere morale sul popolo bue.
Nessun commento:
Posta un commento