domenica 23 gennaio 2022

Weekly point: il nuovo presidente e la guerra

 






La fase in cui si rallenta la cogenza della narrazione vaccinocratica sembra iniziata. I conti del Great Reset finanziario potranno essere fatti a breve e potranno così partire le tempeste d’investimento biotech, Artificial Intelligence ecc.

Il problema è che l’Europa ha ancora troppi legami con la Russia e nel medio/lungo periodo potrebbe sempre giocare la carta del gas siberiano. Gli USA, peraltro già declinanti soprattutto a causa della Cina, temono l'asse euro-russo e sentono con ansia la  necessità di cancellare questo legame instaurando una cesura forte tra UE e Russia, Ma per far questo occorre far scattare la trappola Ucraina. E purtroppo il segnale di pericolo, oltre che i vari movimenti di truppe, lo sta dando anche pope Francis. Si tratta di un pericolo reale.

 La nostra aviazione con gli F35 doppio uso, sia convenzionale che nucleare, ha conquistato un ruolo principe nella NATO e costituirà l’arma di punta nel futuro armamento continentale europeo. La costa atlantica della Francia avrà un ruolo strategico per l’approvvigionamento del gas americano, e quindi l'importanza strategica del Mediterraneo ne uscirà ridimensionata. Da qui la pace sulla Libia e il recente accordo italo-francese. Quindi bisogna tener fuori il gas siberiano e secondo l'ottica atlantista lo scontro militare antirusso è all'ordine del giorno. Il gas da utilizzare nella fase di transizione energetica verso le fonti rinnovabili sarà quello delle scisti nordamericane le quali sono molto costose e pertanto occorre preparare i mercati nazionali al nuovo regime di costi. A questo servono i nuovi prezzi delle materie prime. Gli italiani, i francesi, gli spagnoli ecc. se ne accorgeranno già dalle prossime bollette.


Ritengo ipotizzabile che la trappola ucraina scatti dopo l’elezione di un presidente italiano che sia espressione di tale equilibrio internazionale. Un equilibrio che dovrà essere più marcatamente atlantista e bellicista di quanto non lo sia stata la fase germanofila della Merkel.  

Occorre pertanto un passaggio elettorale presidenziale tale da non avere incertezze di governance. Queste ultime sarebbero infatti deleterie in caso di gravi complicazioni del conflitto. Occorre stabilità istituzionale e di governo. Draghi è il personaggio chiave di questa fase essendo stato presidente del Financial Stability Board,  ma, come dicono chiaramente i Primary Dealers del reset armageddone, è meglio che non venga sostituito alla presidenza del Consiglio. E in ogni caso, anche con Draghi Presidente della Repubblica il premier dev'essere sua espressione diretta e garantita. Sarebbe pertanto ottimale una figura NUOVA di garanzia che non si trascini dietro vecchie conflittualità. Nomi alla Berlusconi, Bertinotti, Bonino, Casini,  ecc. non sono esattamente questo; molto meglio sarebbero figure come Elisabetta Belloni che è stata nominata appunto da Draghi il 12 Maggio 2021 direttrice del Dipartimento per le Informazioni di Sicurezza (DIS) cioè messa in qualche modo a capo del coordinamento dei Servizi Segreti italiani. 

Ecco, penso che con costei a Roma e con Avril Haines nell’analoga posizione a Washington (anche in vista di una eventuale sostituzione di Biden), gli atlantisti potrebbero gestire con una certa tranquillità la crisi militare che conseguirebbe alla trappola ucraina. 

Il mainstream di questi giorni sta già preparando l'opinione pubblica a bersi il false flag che verrà usato come pretesto. 


  




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    Una donna è solo una donna. Un sigaro è una bella fumata.

                [Rudyard Kipling]





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