domenica 2 agosto 2015






IlSole24ore di oggi (domenica) fa i conti al governo Renzi, annuncia un indice di attuazione dei provvedimenti pari al 61% (è come dargli la sufficienza) e chiarisce che “l’impegno c’è, la svolta no”. Mi sovviene il motto degli insegnanti anni sessanta: “il ragazzo sarebbe intelligente, ma studia poco” … Seguono due paginone di analisi dei provvedimenti da realizzare, compresi gli arretrati Letta e Monti.
Il taglio è sempre quello del sostegno. Se lo coccolano anche se è impantanato fino al collo. Insomma niente di nuovo sotto Il Sole (24ore), l’importante è non votare perché vincerebbero i 5 Stelle… Ma ce la faranno i nostri industrialetti a tenerlo ancora in piedi? Il ragazzo comincia a dare segni di affaticamento…

Non escludo un Piano B con un attacco alla minoranza PD (la quale non fa un beato cazzo, salvo qualche sorridente leccatina di Damiano e qualche frecciatina di Gotor) con la stampella grembiulina di Verdini… Vabbè.
Intanto è arrivato il 35mo anniversario della peggior strage piduista e siamo lontani dalla verità alla faccia delle promesse renzuschine. Coi grembiulini ci siamo già scottati, meglio andar coi guanti…

Interessante l’articoletto, (nascosto in fondo a pg 7), di Paul Krugman il quale sostiene che la creazione dell’Euro è stata un errore. Egli polemizza con coloro che attribuiscono il successo della Finlandia all’Euro mentre in realtà si tratta di un successo della Nokia e la moneta unica non c’entra niente. Anche la Svezia infatti, la quale non ha voluto - con tanto di referendum - entrare nell’euro, è cresciuta nello stesso periodo.

L’ispirazione strategica del progetto europeo, ci ricorda Krugman, è quella di gettarsi alle spalle la guerra vivendo in pace e democrazia attraverso l’integrazione e la prosperità, ma quello che è successo nel cammino verso l’Europa è che, a differenza di quanto è avvenuto per la abolizione delle barriere doganali, le élite europee non hanno voluto vedere che la moneta unica era in pratica una pessima idea. I vantaggi dell’integrazione sarebbero superiori ai costi a breve si pensava, invece proprio la Svezia dal 2008 in poi è andata ancora meglio della Finlandia. Mah! Forse a Krugman il Nobel glielo hanno dato proprio per questo…

Un po’ di ottimismo arriva invece con Alberto Negri nella pagina dei “commenti e inchieste”, dove si analizzano gli scenari di opportunità Iran – Italia con la caduta delle sanzioni.

Quando è scesa a Teheran la delegazione italiana dopo l’accordo di Vienna, ci racconta Negri, gli iraniani hanno spolverato le foto le Enrico Mattei e steso con gioia il tappeto rosso. Dal 2006 nel periodo sanzionatorio noi abbiamo perso 17 miliardi di export e l’Iran ha aperto al massimo con la Cina raggiungendo un livello di interscambio pari a 50 miliardi di dollari. 
Non potremo più recuperarli ma potremo tallonare bene i nostri concorrenti europei Francia e Germania. Ad aiutarci più di loro nella partnership iraniana potrà essere anche il tema dell’interscambio culturale, visto che l’Iran vede l’Italia come una sorta di ponte culturale tra oriente e occidente.

 L’articolo poi descrive varie bellezze iraniane e mi suggerisce l’idea che per cogliere queste nuove opportunità si stia aprendo una nuova competizione tra le prime tre nazioni dell’euro; cosa questa che non assomiglia per niente ad una integrazione. Uno sfruttamento in chiave nazionalistica delle opportunità iraniane sarebbe una pesante contraddizione tra gli europeisti, ma sarà quel che sarà…





Intanto speriamo bene e affidiamoci al sorriso della Mogherini.



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