sabato 1 agosto 2015

WW3 dopo il Consiglio NATO





Oggi su La Stampa abbiamo Molinari che ci dà la linea da Gerusalemme: “Terroristi ebrei uccidono con le fiamme un neonato palestinese”. Forse Netanyahu ha capito che fare solo il duro sul piano internazionale non paga e, anche per difendersi meglio dalle accuse di crimini contro l’umanità, ora vuole smantellare le organizzazioni dei coloni ribelli.


L’annuncio è chiaramente funzionale ad un maquillage dell’immagine di Netanyahu. Si vuol fare di lui un giusto che punisce gli estremismi e difende i bambini.  Questo ovviamente dopo dieci anni che a questi coloni egli ha lasciato mano libera e dopo che, poche settimane fa, ne ha preso i voti alle elezioni.


Leggendo il servizio all’interno infatti si capisce che le vere dichiarazioni impegnative sono state fatte dal Presidente israeliano Reuven Rivlin, ma tutto il fuoco dei titoli televisivi è stato concentrato sulla telefonata che Netanyahu ha fatto ad Abu Mazen per cercare, pare, collaborazione.


Ora Price Tag verrà dichiarata, pare, una organizzazione terroristica. Ma i palestinesi di Abu Mazen devono stare al gioco e dargli una mano. Come dire: anche voi (palestinesi) dovrete fare come noi e punire i vostri.

Con queste premesse nelle prossime settimane c’è solo da spettarsi un po’ di false flags per riattizzare la repressione di Hamas. Staremo a vedere, per l’intanto io spero di sbagliarmi…

         


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Ma quello che invece costituisce un serio segnale d’allarme è il sottostante commento a cura di Stefano Stefanini sul pericolo di guerra in Europa.

Il rischio di confronto militare tra Russia ed Occidente sul suolo europeo fa impallidire qualsiasi altro problema… Avendo anche a mente la presenza di armi nucleari tattiche negli arsenali di entrambe le parti, porsi la questione non è allarmismo, è realismo. La crisi dell’Ucraina è in un vicolo cieco…

Bastano queste frasi per capire il senso del commento: è un cripto annuncio di guerra. Un upgrading dello scontro russo/americano sul territorio europeo è infatti l’alternativa alla stagnazione dei rapporti tra le parti con un “presidente americano uscente”.


L’articolo va inquadrato nel fall-out comunicativo della riunione NATO dei giorni scorsi, dove si è stabilito il rilancio dei fronti Siria e Ucraina contro Assad e Putin e allo scopo il nostro abbeverato commentatore ci offre alcune perline propagandistiche come: “Siria e ISIS minaccia comune”, oppure “Proseguono i rinforzi russi ai ribelli” o meglio ancora” sul versante ucraino compaiono truppe irregolari anche cecene”.


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Come per le organizzazioni terroristiche dei coloni ribelli di Netanyahu che agiscono indisturbate da un decennio, sul versante ucraino abbiamo Pravi Sektor, truppaglia neonazista foraggiata dagli americani, che da oltre un anno e mezzo molesta e terrorizza gli abitanti russofoni del Donbass.


Dichiarare quella una organizzazione terroristica sarebbe il vero passo avanti, ma non è la pace che si sta cercando nelle riunioni della Nato, è la guerra. Una guerra moderna, asimmetrica, mascherata da lotta al terrorismo.








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