sabato 9 luglio 2016

Seveso, l'incidente







Alle 14:30 del 9 Luglio 1976, un venerdì, il dottor Paolo Paoletti, direttore di produzione dell’ICMESA, uno stabilimento chimico di circa 180 dipendenti sito a Meda, vicino a Milano, dispone il programma di produzione con i collaboratori, tra i quali il suo vice, il responsabile del reparto B che ospita l’impianto dedicato alla reazione di sintesi del Triclorofenolo. Alle ore 16, secondo la relazione ufficiale della Roche, il reattore è caricato con tutti i reagenti e alle ore 2:30 della notte il diagramma delle temperature indica che la reazione è completata.

Alle 4:45 l’incaricato dà l’ordine di interrompere la distillazione in corso non ancora completata. Il riscaldamento viene spento e il contenuto del reattore lasciato in agitazione per altri 15 minuti. Alle ore 6 cessa il turno di notte, i lavoratori lasciano la fabbrica e rimangono solo addetti a pulizie e manutenzione.

Ma alle ore 12:35 il disco di rottura della valvola di sicurezza esplode in conseguenza di un eccesso pressorio causato da reazione esotermica dentro il reattore.

Una miscela in aerosol inizia a diffondersi nell’aria sovrastante il reparto e venendo spinta dal vento in direzione sud est. Il materiale disperso nell’aerosol ricade sul terreno dei comuni di Seveso, Meda, Cesano Maderno, e Desio.

Il caposquadra responsabile di stabilimento chiama il dottore reperibile Clemente Barni. Costui arriva alle 13:10 e alle ore 13:45, dopo una ispezione dell’area circostante la fabbrica, fa attivare il sistema di raffreddamento. Alle 14:30 cessa l’emissione.

Alle ore 20:30 della sera, dopo aver cercato inutilmente di contattare l’ufficiale sanitario dottor Giuseppe Ghetti, e dopo aver avvertito alcune famiglie del vicinato di non mangiare frutta e verdura del proprio orto, il dottor Barni telefona ai carabinieri e relaziona sull’incidente.





 
Il reparto, con il reattore contenente il materiale chimico della reazione, venne chiuso il Lunedì mattina alla ore 5:30 dal dottor Barni.

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Questa ricostruzione di parte aziendale, per quanto attendibile sul piano cronologico, non quadra bene con quella di parte operaia e soprattutto non affronta ciò che avvenne chimicamente all’interno del reattore.

Il direttore tecnico, una figura prevista dalla normativa e diversa dal direttore di produzione non era Paoletti, ma Herwig von Zwehl. Costui verrà arrestato Giovedì 21 Luglio dopo che in settimana erano intercorsi incontri a Dűbendorf, in Svizzera durante i quali l’ufficiale sanitario Ghetti e il capo dell’ufficio provinciale di Igiene e Profilassi Cavallaro erano stati ufficialmente informati che durante l’incidente era stata rilasciata Diossina tipo TCDD.

                                                              
                                                          
 



Durante la settimana già il Lunedi erano arrivate segnalazioni relative alla morìa di  animali e dal Martedì segnalazioni di infiammazione alla pelle dei bambini.
A fine settimana sedici bambini risultavano ospedalizzati.










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