venerdì 7 ottobre 2016

Lucio Battisti, stoppa sul battere ...









Alcune settimane fa è girata la notizia secondo la quale Mogol ha ottenuto ragione in sede legale sugli eredi Battisti relativamente alla libertà di trasmettere in televisione covers (reinterpretazioni) delle vecchie famosissime canzoni (come ad esempio Mi basta il tempo di morire o Emozioni, ecc.). Si tratta di grandi successi che continuano ad essere cantati ed apprezzati nonostante non ci sia per essi alcun sostegno mediatico. E’ in pratica un caso in cui il meccanismo reale di trasmissione, alla faccia delle tecnologie mediatiche, è il passa parola. E la cosa durerebbe da almeno tre decenni.

Ciò a mio avviso vale solo per gli anni in cui non c’erano ancora i social networks. Oggi infatti il sostegno mediatico a quelle canzoni è dato dal web ove i diritti di proprietà intellettuale sono ancora in fase di aggiustamento e regolazione. In ogni caso però risulta innegabile che varie canzoni dell’epoca Mogol Battisti appaiono ancora “immortali”.

La cosa ovviamente non sfugge al marketing che ci sta facendo un pensierino. Vedremo quindi presto come il mercato sfrutterà questa novità nella futura evoluzione della saga Mogol Battisti. Un paio di settimane fa la RAI ci ha già fatto sopra un paio di serate e ciò potrebbe rappresentare un segnale in proposito.

Tuttavia il conflitto è ancora aperto perché le canzoni oggi ripubblicabili sono solo quelle a suo tempo depositate alla SIAE mentre in giro per la rete ci sono parecchie altre cose, tra cui qualche inedito molto gustoso, tutte cose che meriterebbero diffusione e successo.



                                                ***



E’ il caso della canzone, bellissima,: Il Paradiso non è qui.

Si trova facilmente sul web ed è proprio il caso di ascoltarla.



Amico mio il paradiso non e’ qui
qui c’e’ lavoro e sopravvivere si puo’
ma un’altra lingua
un altro modo di pensare
se non ti abitui e’ anche facile morire
Il vino costa un occhio
e poi non e’ un granche’
le donne invece qui ci sono anche per te
ma son diverse dalle nostre lo vedrai
il lunedi’ non san nemmeno piu’ chi sei
e veramente tue non sono state mai
uh mm! uhu!
Per questa gente noi siamo
quelli del salame
e per cognome
qui ci chiamano spaghetti
prima di noi c’e’ stata
troppa gente infame
per cui son buoni
solo ancora dei corretti
Un nostro amico si e’ sposato
l’anno scorso
e da quel giorno e’ stato
come averlo perso
sembra felice si e’ comprato
anche la casa
e la domenica coltiva le sue rose
pero’ talvolta ci saluta
anche in inglese
uh mm! Uhu!
Mari’
Cos’ho fatto Mari’?
io qui
E tu la’!
Cos’ho fatto Mari’?
Ho paura d’averti perso
scrivi per carita’
Amico mio il paradiso non e’ qui
qui c’e’ lavoro e sopravvivere si puo’
ma un’altra lingua
un altro modo di pensare
se non ti abitui
e’ anche facile morire
se non ti abitui
e’ anche facile morire





Mogol, che fornì le parole al testo, avrebbe voluto lanciarla a beneficio, dice, del pubblico filo-battistiano, ma gli eredi no; non hanno permesso l’Iscrizione alla SIAE. Ciò rende impossibile la trasmissione in RAI e sulle altre televisioni, nonché la stampa su CD ecc.

Un vero peccato per il marketing discografico ma la rete, almeno per il momento, permette la circolazione e l’ascolto della interpretazione che lo stesso Battisti fece a Londra al fine di farla sentire a Geoff Westley che allora stava producendo l’album che avrebbe potuto contenerla.

Il tema sarebbe d’attualità anche perché tratta di emigrazione.

  
Buon ascolto.





https://youtu.be/sWGaibMkfXY


Nessun commento:

Posta un commento

DSP alle europee

  Alla fine della campagna di raccolta sono state consegnate 60mila firme. Non bastano ma sono state un’ottima occasione per parlare con la ...