domenica 13 novembre 2016

Trump e il disprezzo delle sinistre ...

 

Settimana caratterizzata dalle reazioni scomposte alla scelta degli americani.

Le elezioni sono state regolari e i voti espressi sono validi. Tuttavia i media mostrano reazioni di rigetto. Euronews ha insistito sulle manifestazioni “not my president” in California e New York. Si sostiene inoltre che l’avvento di Trump risveglia il razzismo bianco. In proposito si mostrano filmati di sicurezza che colgono provocatori mentre scrivono frasi razzisate sulle auto. Penso si tratti solo di epifenomeni e mi auguro siano destinati a sbollire next week.

Telegiornali e giornaloni commentano piu o meno a vanvera il nuovo scenario internazionale. Quasi tutti colgono il viatico di Putin non senza insinuare sottimente che ci sia stata la sua manina nella vittoria del 45mo presidente degli Stati Uniti. Se anche fosse cio’ non toglie la legittima speranza che WW3 si allontani, almeno un po’.

Sul tema invece della delusione a sinistra devo dire che, tra i pochi articoli che ho noiosamente leggiucchiato, emerge quello di Barbara Spinelli.

Costei scrive cose non scontate a sinistra. Dice che fin dal 1911 era chiaro nel pensiero socialdemocratico che la tendenza ad occuparsi della sopravvivenza degli apparati avrebbe avuto un effetto corruttivo. E cita in proposito Machiavelli il quale considerava i vecchi ordini quali micidiali ostacoli al buon governo e al cambiamento. In quest’ottica annichilita dei vecchi apparati, scrive Barbara, “Anche le menti si chiudono e la capacità di riconoscere e capire ciò che accade nel mondo si riduce a zero.” Concordo.

 

E’ innegabile da qualche anno che nell’occidente atlantista masse sempre più crescenti di elettori bocciano solennemente col loro voto i poteri costituiti. In particolare pare che il referendum sia lo strumento preferito. E a tutto questo l’establishment globalizzato (espressione della Spinelli stessa) risponde con politiche inadeguate e metodi opachi. Una vera e propria “politica del disprezzo”. La Clinton, ci ricorda Spinelli, ha addirittura evocato la fine del mondo: “Io sono ‘unica cosa frapposta tra voi e l’Apocalisse”… Inoltre il Comitato Nazionale Democratico alle primarie ha commesso un vero e proprio suicidio imponendo con infinite manipolazioni e scorribande di corridoio, l’eclissi di Bernie Sanders il quale si era fatto strada sorprendendo l’establishment e conquistando consenso con linguaggio limpido e ricette altrettanto radicali di quelle di Trump. E’ facile dirlo ora, ma è altrettanto innegabile. Insomma dai democratici in USA allo staff renziano in Italia, passando attraverso i socialisti francesi e spagnoli, i progressisti sono chiusi in trincea e lavorano a larghe intese antipopuliste. E vengono sistematicamente mazzolati dagli elettori. Anche gli eserciti europei cent’anni fa scelsero questa strategia nelle battaglie de La Somme e sappiamo tutti come è andata a finire. Autodistruzione totale.

Ora il pericolo è che la cultura della sinistra assorba definitivamente questa idea di arroccamento e passi a sviluppare idee di paura verso il metodo democratico. Qualche sporadico segnale di scetticismo nei confronti della attendibilità dell’elettorato non manca nelle dichiarazioni di questa settimana. Quello sì che sarebbe un disastro, altro che Trump.





Non serve agitarsi. Quella del not my president non è la linea giusta, anzi sarebbe l’esatto compimento dello scenario Post-democracy prefigurato da Colin Crouche nel 2003.

 ( vedi su: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Postdemocrazia)




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After the Trump electoral success now it’s time for comments. Among the others I appreciate the one written by Barbara Spinelli. She claims that the old left has lost it’s ability to understand the reality because It needs to protect the equipment.  I agree with her and I’m afraid of involution risks.

Political demonstrations are taking place in New York and California under the “not my president” slogan. This rapresents a bad sign.   I think that Trump was elected with regular polls and valid votes. His policies could be a problem for us, but we have to face it after a correct and not violen transfer of power.

Otherwise we run the risk described in the book written by Colin Crouch (Postdemocracy, 2003)







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