domenica 22 gennaio 2017

Trump's week










La settimana globale è stata dominata dal tema relativo all’insediamento di Trump con le sue incognite e gli assestamenti di posizione in Europa. Elezione di Tajani, frutto degli accordi antipopulisti col centrodestra, lancio del segnale neoatlantista relativo all’asse May-Trump che forse significa uno sganciamento dell’Europa nei prossimi round di negoziazione globale. Protagonismo cinese (Davos). La NATO forse è già in crisi di identità. Il rialzo dei tassi è sospeso a breve. L’establishment globale prende tempo.


Alcuni flash

1 - Marino Smiderle, penna ormai semisecolare del Giornale di Vicenza, è intervenuto più volte sul tema dell’insediamento di Trump. Il fatto non è secondario perché a Vicenza c’è la base (anzi sono due) americana più importante e il GdiVi fa parte del panel di fonti aperte che viene monitorato giornalmente dalla CIA. Perciò il nostro Marino sa bene di scrivere direttamente ai cervelloni atlantici e non perde occasione per tranquillizzarli. “La sensazione - scrive - è che da venerdì prossimo quando il tycoon si insedierà alla Casa Bianca (…) cambieranno parecchie cosette da questa parte dell’Atlantico.” Adesso con Trump il ruolo antisovietico (rispolverato da Obama per la NATO, in chiave anti Putiniana) assegnato fin dalla metà degli anni cinquanta al capoluogo vicentino potrebbe essere rimesso in discussione e ciò, assieme ad altre complicazioni geopolitiche e di intelligence, costituisce “il perno di uno scontro istituzionale inquietante per l’Occidente”. 
Tra queste parole Vicenza apparirebbe al centro dell’universo occidentale, perciò il nostro Marino indica i termini di una mediazione accettabile: stop alle sanzioni in cambio di una nuova pax geopolitica che metta al sicuro i paesi dell’ex Patto di Varsavia.

E’ da Vicenza che partono i parà che vanno e vengono dai baltici per garantire la sicurezza e l’inviolabilità dell’area polacco-lettone. Una inviolabilità, scrive il nostro Marino, minacciata dall’espansionismo dello zar. (sic)



2 – Il Giornale è uscito con un altro paio dei suoi saggi giornalistici, che contribuiscono a sostenere il consumo di carta con relativo beneficio in termini di credito d’imposta, questa volta dedicati a due temi caldi come il populismo e l’attacco terroristico islamista al cristiani. 
Il framework comunicativo ha ormai definitivamente accantonato il termine “antipolitica” per adottare quello di “populismo”. La cosa è un po’ ironica se pensiamo che ad introdurlo in Italia è stato il suo padrone Berlusconi, padre del populismo mediatico.


3 -  Il terremoto col maltempo in centro Italia e la tragedia Rigopiano hanno poi invaso, drammaticamente, le headlines della seconda parte della settimana impegnando i vertici istituzionali in una campagna di comunicazione emotiva. Il rischio di post-verità è stato attenuato (per fortuna) dall’approccio più moderato e rispettoso. Sarebbe stato definitivamente intollerabile un surrogato propagandistico della tragedia, come quelli che hanno caratterizzato i precedenti interventi di stile berlusco-renziano. Evidentemente in qualche stanza quirinalizia si è fatta strada la consapevolezza che abbiamo bisogno di serietà.


4 - La morte di Willy Peter Blatty, l’autore de L’Esorcista, è passata sotto tono. Peccato perché Blatty col suo romanzo, poi trasformato in uno dei migliori e più impressionanti film del secolo scorso, è andato molto oltre la semplice opera d’arte fornendo alla mia generazione un archetipo sconcertante. 

Blatty col suo libro e con il film del quale fu sceneggiatore, fu di fatto la risposta cattolica alla secolarizzazione sessantottina: non siamo completamente padroni di noi stessi, il Male può catturarci e distruggerci. Ma la Chiesa conosce l’arma che vince il Male. Gesù ha dato ai cristiani l’arma dell’esorcismo, che può essere usata solo dalla Chiesa: la nostra coscienza da sola non è tutto.





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Il fatto descritto dalla foto è avvenuto a Madrid il 17 Gennaio. La scritta dice: afferra il patriarcato per le palle. Non so cosa significhi ma la scena mi risulta comunque simpatica...

In queste ore c'è stato un pesante attacco del direttore uscente della CIA contro Trump. E' l'establishment che cerca ancora di prenderlo per le palle. Vuoi vedere che anche le Femen sono della CIA...?

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