mercoledì 13 marzo 2019

Weekly mainstream






La prima settimana di quaresima ci ha consegnato un mainstream supino, adagiato sulla sconfitta delle cassandre che avevano pronosticato una crisi di governo che non è avvenuta. Il senso di sgomento per la vivida permanenza in sella dei governanti gialloverdi è quindi tracimato in un esorcistico tentativo di rilanciare sull’idea di un referendum. Evidentemente il protervo lamento pro-TAV, che in realtà serve solo a sostenere la fame di commesse di un sistema industriale ormai svenato dalle pratiche di delocalizzazione, non vuole arrendersi, ed è in panne.


 A soffrirne più di altri è il Giornale di Vicenza che, sempre più incalzato dal morso industrialvicentino, ha cercato di far finta di niente e continuato a titolare come se niente fosse successo. Poi ha ripiegato sul tema del reddito di cittadinanza arrivando a presentarlo come misura di assistenza per i nomadi. Si tratta di una impostazione che vorrebbe scavalcare a destra la propaganda di Salvini ma che rischia solo di essere ridicola.


In Veneto è venuto Mattarella per chiedere scusa a nome della Repubblica. Su che cosa? Sul Vajont.
Ha fatto bene. Le vittime e i loro famigliari lo meritano. Ma il mainstream non ha spiegato perché. Peccato perché si è persa ancora una volta l’occasione di dire la verità su una disgrazia avvenuta nel 1963 per cause umane sulle quali il clima e la natura non c’entrano niente. C’è un pudore ormai anacronistico su questa storia. Le nuove generazioni meriterebbero invece di conoscere con chiarezza come funziona la realtà. A mio avviso i giovani potranno affrontare un mondo senza valori solo sapendo che esso è dominato da calcoli e strategie irrispettose dell’ambiente e delle comunità locali in nome dell’energia. Mi consola sapere che c’è almeno Pope Francis che lo dice chiaramente nella sua enciclica Laudato sì’. E spero che la sua voce si levi ancora più forte.

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