domenica 13 ottobre 2019

Weekly memo











L’Europa questa settimana è stata seriamente coinvolta nelle minacciose conseguenze del conflitto Turco/curdo. Esso potrebbe aggiungere flussi migratori e stressare seriamente la stabilità della NATO. Su questo la UE è in stato di allerta e disorientata. Il minstream mediatico italiano si sta orientando verso una comunicazione emotiva filocurda e Mattarella ha assunto toni di leadership in una riunione informale di alcuni stati europei. Potrebbero a mio avviso generarsi dinamiche di raggruppamento convulse e inconcludenti. 


Nel frattempo la pressione sul tema Trump/Biden che si alimentava delle scorrettezze coi russi, si sono attenuate. E anche il cortese aiuto che su questo fronte è stato dato a Trump dai nostri servizi segreti non è più stato drammatizzato.


Ma la notizia più interessante della settimana è quella che riguarda il raggiungimento di un primo l’accordo sui dazi. E’ un’intesa bilaterale CINO- STATUNITENSE raggiunta a Washington che stabilisce una tregua nella guerra commerciale. La prossima settimana sarebbero dovuti scattare degli aumenti che sono invece stati bloccati. L’UE dovrà quindi opportunisticamente accelerare il processo decisionale sulle misure di difesa commerciale. 


La sindacalista renziana che ha preso in mano il ministero dell’agricoltura sta lavorando alla creazione di un fondo europeo che funzioni da cassa integrazione per i produttori danneggiati dai dazi. E nel frattempo si accelera il passaggio ai consumi bio da parte delle famiglie. In termini di potere d’acquisto ciò significa un calo, ma si tratta di una inflazione che non ha ricaduta immediata sui mercati finanziari con relativa stabilità per quanto attiene al costo del servizio sul debito. Quindi una inflazione nascosta che non allarma lo spread.


Il Governo italiano intanto ha precisato alcuni temi della manovra economica che intende profilare nel Nadef di quest’anno. Riduzione del cash, intervento fiscale sul digitale, attacco a plastica e gasolio ecc. l’Intervento sul rapporto netto/lordo dei salari è rimandato ad un tavolo negoziale cripto-concertativo del quale tutto si può dire ma non che sia trasparente. Il vero problema sarà la riorganizzazione delle norme sulla rappresentanza in un momento in cui il sindacalismo di base cresce a causa delle delocalizzazioni multinazionali.




Auguri.

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