martedì 1 ottobre 2019

Luglio 2019, i soldati fan le prove








Il problema dei paesi area Ocse oggi è legato al tema della governabilità.

Il modello democratico è importante, forse irrinunciabile per il capitalismo moderno ma è lento, costoso e instabile. Su questo i russi sono usciti dal sovietismo alla grande: hanno introdotto una democrazia elettorale dove prima c'era il comando del Partito e rinnovato il modello di leadership con un misto di personalismo ed oligarchia.
In questo modo hanno conservato un apparato statale forte, capace di pianificare e introiettare l'innovazione tecnologica. I paesi occidentali hanno apparati più deboli, permeabili alla corruzione e terribilmente lenti difronte alla innovazione tecnologica.

Questo fatto sta ridimensionando il potere contrattuale delle nazioni difronte alle nuove e alle vecchie multinazionali e rende ancor più grave la lentezza decisionale. I poteri non governativi sovranazionali, sempre più tesi verso la globalizzazione dei mercati vedono negli stati un ostacolo e un fattore di lentezza. Per loro la crisi odierna è riassumibile nel cosiddetto sovranismo ovvero la tendenza a rilanciare i poteri nazionalistici in un'ottica protezionistica.


In Italia

Ora, il processo politico in atto in Italia dopo la svolta repentina di Luglio rappresenta un esperimento significativo sul piano globale perché costituisce un’alternativa al sovranismo e al tempo stesso rappresenta il tentativo di controllare il processo democratico. Il Governo Conte 2 infatti è composto da una forza populista non sovranista, anticorruzione e innovativa (almeno per quanto attiene ai processi decisionali interni) e  ora è al tempo stesso controllabile attraverso il Partito Democratico.

Se funziona, pensa il management globale, possiamo estenderlo e fronteggiare la Cina che è un paese a modello comunista con una velocità e potenza straordinarie.

Perciò è possibile che gli venga dato credito.

E' quindi sul consenso e la simpatia dei poteri sovranazionali che si basano le potenzialità dell'attuale esecutivo italiano. E la democrazia rappresentativa ha funzionato. Il sistema parlamentare ha i numeri per farlo e quindi ci si prova. Se questo nuovo quadro terrà per tutta la legislatura ci sarà il tempo (assai breve) di innescare in Italia tutte le innovazioni di cui c’è bisogno per salvare la democrazia senza bloccare la globalizzazione.


A tal fine sarebbero graditi correttivi maggiormente stabilizzanti. Ad esempio quello di togliere il principio costituzionale che afferma l'assenza di vincoli di mandato per gli eletti al parlamento. Ma toccare la costituzione è complicato e rischioso per cui penso si ricorrerà a correttivi di tipo sanzionatorio.


Infine è possibile che non funzioni per ragioni non previste e tutto degeneri in una nuova ricerca demagogica del consenso. In tal caso c'è il nuovo gruppo di Renzi che fa da garanzia ed è in posizione strategica per la cattura del voto moderato e la sostituzione di Berlusconi.

Per il momento il nome del gruppo, che richiama il Partito Socialista, non lascia prevedere amorosi sensi con le prefiche di Forza Italia, ma una volta tolto tale ostacolo vi sarebbero le condizioni per uno scontro elettorale testa a testa Renzi/Salvini che scomporrebbe definitivamente la destra.


Nel clima post ideologico in cui si trova la politica in questa prima metà del secolo agli italiani nasoturati potrebbe anche andar bene un lungo periodo di centromoderatismo. In fin dei conti è la formula politica che ha governato l'Italia per quasi cinquant'anni. Ovvero gli anni migliori, quelli della crescita del dopoguerra.



Crescita, stabilità e futuro. Prepariamoci al siluro.










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