lunedì 21 ottobre 2019

Trame nere ultimo atto












Una settimana dopo la monografia sullo stragismo uscita su Millennium FQ pubblica un articolo di Gianni Barbacetto (sul numero di ieri, Domenica 20, a pg 11) che ha carattere teorematico. Dopo l’elogio al Patto di Oblio celebrato da MIELI nel suo ultimo libro, è meglio che mi prepari all’idea di chiudere ogni ostilità mentale sui misteri d’Italia attestandomi sulla verità disponibile. 

Vabbè. 

Mi fa male allo stomaco ma mi auguro che ciò preceda un analogo epilogo sulla vicenda Moro, dove invece la verità è oggi disponibile, ma non viene dichiarata perché il top establishment nazionale non è sicuro della sua digeribilità. Mi viene in mente il Nicola Arigliano con la sua italianissima pubblicità del digestivo Antonetto...


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“Basta con la retorica dei Misteri d’Italia”. Così parte Barbacetto che si appella al pasoliniano “io so ma non ho le prove” per proporre un modello di narrazione finale sulla vicenda delle trame nere. E con l’occasione l’articolo presenta anche il suo libro su Piazza Fontana.

Il teorema in estrema sintesi è il seguente.

Noi sappiamo. Abbiamo indizi e prove: è stato un gruppo di fascisti e filonazisti di Ordine Nuovo “ben conosciuto e ben collegato con servizi segreti e apparati dello Stato”; oltre che con strutture di intelligence USA. Cioè è stata la CIA che controllava i nostri servizi militari i quali avevano innervato ON al proprio servizio. (ma quest’ultima è una formulazione non polically correct…)
I nomi dei responsabili dello stragismo neofascista sono Pino Rauti e Carlo Maria Maggi con Delfo Zorzi, Martino Siciliano, Massimiliano Fachini e Marcello Soffiati. Questo per quanto riguarda il lato veneto di ON, mentre il lato romano del neofascismo conduce a Stefano Delle Chiaie, (che è morto il mese scorso).

I responsabili dello Stato sono l’Ammiraglio Eugenio Henke, il generale Vito Miceli entrambi del SID e Gianadelio Maletti del controspionaggio, con Antonio Labruna. A costoro vanno aggiunti il dirigente dell’Ufficio Affari Riservati presso il Ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato con Elvio Catenacci e Silvano Russomanno.

I responsabili polititici che avrebbero dovuto controllare gli apparati sono Mariano Rumor. Emilio Colombo, Giulio Andreotti, Franco Restivo, Luigi Gui e Mario Tanassi.

Fu messo in campo l’esercito senza divise e senza bandiere di una guerra non ortodossa e psicologica prevista dai manuali di strategia militare. Un prototipo di guerra asimmetrica che coinvolge cittadini inermi quali vittime sacrificali di piani anticomunisti. La guerra fu condotta tra il 1969 e il 1980 caratterizzandosi per le seguenti stragi: Piazza Fontana, Gioia Tauro, Peteano, Questura di MILANO, Piazza della Loggia a Brescia, Treno Italicus, Stazione di Bologna e Rapido 904. Centocinquanta morti e seicento feriti.
Di questa serie Peteano, Bologna e Brescia hanno soluzione processuale formalmente definitiva, ma incompleta; mancano ancora vari mandanti, esecutori e complici.



Basta, appunto, con la retorica dei misteri d'Italia.


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                                 Acta est fabula


(Lo spettacolo è terminato)


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