martedì 4 aprile 2017

Attentato in Russia







Attentato alla metropolitana di Leningrado, oggi Pietroburgo. 
I militari ceceni antirussi, oggi specialisti mercenari del terrorismo, si sono resi servi sciocchi della NATO. La situazione economica della Russia attuale non è delle migliori e i prezzi bassi del petrolio sui mercati internazionali e le sciocche sanzioni per l’affare Donbass contribuiscono alla penuria. La NATO, anch’essa reduce da un periodo di penuria e bisognosa di rifinanziamenti europei, ha deciso di rilanciarsi agli occhi di Trump come strumento di lotta al terrorismo. Ma sul suo tavolo permangono dossier critici come la questione Ucraina.  Se non si risolve quella la NATO non è più credibile.

I generali cervelloni hanno quindi deciso nei giorni scorsi di provarci. Hanno imbastito un piano Maidan Bis, che non ha funzionato. Nonostante la crisi infatti Putin ha un consenso popolare superiore a quello di ogni leader occidentale. E l’idea di un regime change di piazza sostenuto dalle ONG occidentali come quelli degli anni scorsi in Ucraina, in Georgia, nei balcani e nel nordafrica lì non funziona.
Occorre un piano B e i terroristi ceceni che in questi anni sono stati impiegati dall’ISIS in Siria e Iraq stanno tornando a casa umiliati e delusi dopo la sconfitta militare loro inferta proprio dai Russi con Assad. Ecco, loro sono quelli giusti per scaldar la testa ai bombaroli e ottenere atti terroristici che sfidino la popolarità di Putin sul piano della sicurezza.

Questo retroterra fa pensare quindi ad un attentato che serve a chi vuol mantenere Putin lontano da amicizie occidentali. Un attentato che non ha motivazioni autoctone, ma eterodirezionali.

Le metropolitane di Mosca e di Leningrado, costruite rispettivamente nel 1935 e nel 1955, sono un fiore all’occhiello del periodo stalinista. Sono eleganti, efficienti e sicure. I commentatori riconoscono la bravura del macchinista il quale anziché fermarsi e aprire tutte le porte come fanno in occidente (ad esempio a Londra nel 2005), ha condotto le carrozze alla stazione successiva evitando i guai da panico in galleria e facilitando l’approdo dei mezzi di sicurezza. Chi le ha colpite dimostra odio e invidia verso di esse e verso i russi. Vecchi retaggi di anticomunismo.

E’ comunque interesse comune tra Russia e contesto occidentale considerare l’attacco come revanscismo islamista e stringere accordi di collaborazione per lo scambio di informazioni in tema di foreign fighters.


In ogni caso però non bisogna perdere di vista la UE del dopo Brexit. In caso di hard Brexit infatti più di qualcuno sta pensando ad un rilancio partendo dal settore militare.
Però per impegnare i popoli a costruire un mega esercito ipertecnologico occorre un nemico. E bisogna scegliere: o l'ISLAM o Putin.


 





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