martedì 9 maggio 2017

Pitigrilli scrittore e spia










Dino Segre, nato a Torino il 9 Maggio 1893 e ivi domicilato in Corso Peschiera 28 di professione pubblicista è noto col nome di Pitigrilli, uno pseudonimo che deriva dalla espressione francese usata per piccolo scoiattolo. Fu giornalista del quotidiano L’Epoca e uno dei nomi più famosi tra quelli della lista pubblicata dalla Gazzetta Uffuciale n. 145 del 2 Luglio 1946. La lista delle spie.

Fu inviato a Fiume nel 1919 per seguire l’impresa D’Annunziana e mostrò la sua vocazione anticonformista e, si direbbe oggi, “politicamente scorretta”. Fece infatti un servizio fuori dal coro nazionalista nel quale descriveva la città come una comunità diversa, più asiatica che italiana. Divenne famoso. In realtà mostrava solo un certo buon gusto e una certa autonomia di pensiero. Non stava infatti col mainstream dell’epoca. 

Tra il 1926 e il 1927 quando il regime si consolida, i quotidiani fascisti tra i quali Il Popolo d’Italia lo attaccavano pesantemente definendolo cocainomane pederasta, maniaco sessuale e anti italiano. I suoi libri erano messi all’indice dal Vaticano, ma giravano parecchio per i salotti ricercati e anche tra i circoli popolari. 

Fu inviato permanente a Parigi dove divenne informatore dell’OVRA per l’area francese. Ciò dopo che fu arrestato per “offese alla persona di Mussolini, attività politica contraria alle istituzioni e al regime; immoralità privata e diffusa a mezzo di pubblicazioni”. 

Durò poco, dicono le biografie, era stata la sua amante abbandonata Amalia Guglielminetti ad ordire un complotto contro di lui basato su lettere falsificate.


Le prove del suo segreto sodalizio spionistico si trovano nel segreto libro del capo OVRA Bocchini e nei documenti emersi subito dopo WW2. Li studiò anche Montanelli il quale osservò che: “ Se Pitigrilli fece la spia, e di questo non c’è più dubbio, lo fece più per proteggere sé stesso che per danneggiare gli altri”.

Sta di fatto che i rapporti dell’Agente 373, il Segre appunto, a volte sono inattendibili e contengono notizie di fatti inventati. Inventava resoconti di conferenze alle quali non assisteva, o che addirittura non erano mai avvenute e molte altre panzane. E nel 1938, con l’avvento di Guido Leto al vertice dell’Organizzazione, venne allontanato. Spedito al confino il 10 Giugno 1940. E dopo il conflitto si rifugiò in Argentina dove nei primi anni sessanta fu consulente e “penna di fiducia” (la definizione è di Montanelli) di Evita Peron.


Fu comunque lui, secondo Mimmo Franzinelli, a far arrestare l’editore Giulio Einaudi e a far catturare Vittorio Foa, Carlo Levi e suo cugino Sion Segre.


Era ebreo, ma ateo. Si convertì al cattolicesimo e concluse la sua carriera come scrittore internazionalmente famoso e pluritradotto seppur ignorato e osteggiato dalla intellighentia dell’Italia repubblicana.




Di lui ci rimangono alcune battute famose come le seguenti:
                                                            

               In politica si comincia da incendiari e si finisce da pompieri


                           " La verità è solo una menzogna che dura


       "Al cretino del mio partito preferirei sempre l'intelligente del partito avverso".







                                 

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