venerdì 27 marzo 2015

MOREIDE





Il 16 Marzo di quest’anno, il 2015, ha visto effettuare dei rilievi tipo scena del crimine in via Fani. L’ennesima commissione parlamentare d’inchiesta infatti, quella bicamerale insediata nello scorso Novembre e presieduta da Beppe Fioroni, ha voluto un supplemento di indagine sul campo per fare un po’ di scena e far finta di verifica quello che già si sa ma non è il caso di riferire per non svelare le fonti: Moro non fu ucciso dalle BR per attaccare il cuore dello stato, ma da poteri militari sovra statali i quali agirono in ottemperanza ad una condanna a morte segreta. Le BR si prestarono a coprire l’esecuzione sparando sul cadavere ancora caldo. Il punto è: in cambio di cosa?

 

Per il momento siamo ancora a via Fani, ma la speranza è l’ultima a morire.

Intanto si può dar per acquisito quello che, sul caso Moro, sta diventando il mainstream del terzo millennio: le BR vennero coperte ed aiutate da parecchi servizi segreti e la P2 è solo la spugna che finora ha permesso di assorbirne l’identità. Tra essi c’erano sicuramente il Mossad, la CIA, il KGB, la STASI ecc. Insomma mezzomondo. E non scordiamoci il Vaticano of course.
Niente di più banale, ovviamente, ma le mode sono mode.
 

La verità viene data a dosi, come i chemioterapici, e ad ogni step si stabilizzano temporaneamente i rapporti di forza tra poteri occulti. Utilizzando la nuova “veritè” per ricattare questo o quel personaggio ancora in gioco fino a nuovo ordine. Ora è il turno di Mennini e Casimirri, i quali però pare che tengano duro.

 

I giornalisti stanno al gioco, sperano di poter dire la verità un domani scrivendo qualche libro di memorie. E intanto mandano messaggi “inquietanti” per strizzar l’occhiolino ai lettori complottisti. Gianluca Morelli sul Fatto Quotidiano non è da meno: “Va rivalutato anche il ruolo di Giovanni Senzani” dice attribuendo il virgolettato a Fioroni. Vabbè.

 

 


 

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