lunedì 28 novembre 2016

Campagne di comunicazione letale










Un mese fa, il 24 Ottobre, in occasione della giornata internazionale per la ricerca sul cancro, il Presidente Mattarella è intervenuto con saggezza e moderazione. Non intendo minimamente criticare ciò che ha detto e che ha fatto, anzi lo ringrazio per l’immagine di serietà che Egli sta dando ad un Paese che ultimamente perde spesso le staffe soprattutto sul fronte politico.

In quell’occasione, letto il suo discorso che si può facilmente reperire sul sito ufficiale del Quirinale, ho notato un’inserzione polemica sul tema dei vaccini. Ho avuto anche la sensazione che tale spunto, di per sé marginale rispetto al resto del discorso, sia stato enfatizzato dalla informazione giornalistica dei giorni successivi. 

Ora in questi giorni, seguendo il caso dell’Emilia Romagna che ha varato un regolamento filo vaccinazioni per gli asili, noto un ritorno del tema, ma in termini non esattamente allineati con le sue raccomandazioni.

Egli ha detto esplicitamente che nella lotta per l’affermazione ampia del diritto alla salute l’informazione ha un ruolo di rilievo, e che: “notizie infondate o campagne di indicazioni sbagliate possono provocare comportamenti gravi e condizionare in senso negativo la vita di persone sofferenti. Attenzione e serietà devono essere massimi”, perché “…pubblicare notizie senza adeguata verifica viola i principi basilari della informazione.” Parole sante.

A questo punto poi il Presidente inserisce un appello forte: “E’ NECESSARIA UNA ALLEANZA VIRTUOSA TRA SCIENZA E MONDO DELLA COMUNICAZIONE.”

Inutile osservare che la forma sintattica scelta esclude che essa esista già e, anche se fosse, risulta chiaro che essa non è certo “virtuosa”…


Ora perché si è giunti alla necessità di tal solenne richiamo?

Me lo ha spiegato oggi la lettura di Luca Sofri nel suo godibile libro dal titolo: “NOTIZIE CHE NON LO ERANO”.


In tale libro, uscito ancora nel 2015, il giornalista figlio d’arte esamina centinaia di esempi, a volte drammaticamente, a volte ridicolmente, negativi circa il comportamento della stampa italiana. Uno di questi esempi riguarda, appunto, i vaccini.

Tra la fine di Novembre e i primi di Dicembre di due anni fa sui quotidiani italiani si è scatenata una campagna pretestuosa e urlante contro i vaccini. Si è partiti con l’attacco al FLUAD, vaccino antiinfluenzale della Novartis. La comunicazione assolutamente viziosa consisteva nel dire: “Vaccino, morte sospetta a Padova” Il Gazzettino, oppure “Novantenne triestina si vaccina, ora è in coma” Il Piccolo. “Due morti sospette in Sicilia. Bloccato il vaccino per l’influenza” Il giornale di Sicilia.
Ma i giornaloni erano ancora più pesanti. Prendiamo ad esempio il quotidiano La Stampa, allora diretto dall’attuale golden boy di Scalfari: “Vaccino anti influenza, tre morti sospette. L’Aifa blocca due lotti.” Oppure il Giornale: “ Tre morti dopo il vaccino” e ancora:” Altri morti, è panico per il vaccino” E La Stampa poi ritorna con: “Vaccini, altri casi sospetti”. L’intervento più drammaticamente ridicolo che Sofri riporta è quello de Il Tempo: “Iniezione letale” (foto con siringa piena di sangue, occhiello << Terrore per il vaccino antinfluenzale”)

A mano a mano che giorno dopo giorno aumentava il contenuto ansiogeno dei titoli, come nel caso del Corriere della Sera:” Sono 11 le morti sospette per i vaccini”, l’informazione tirava il lettore verso lo scontro con la Novartis fino al 3 Dicembre quando, con scarsa visibilità, iniziava ad apparire la notizia che dice: “Vaccini anti influenza, scagionato il FLUAD. Il verdetto della Agenzia Europea: non c’è nessun rapporto tra il farmaco e le morti “. 

In poche ore, sparito ogni allarmismo. Nessuno ha commentato o chiesto scusa. Il Corriere, il 7 Dicembre, in un timido colonnino ha spiegato che dopo il blocco di due lotti di vaccino Novartis si verificò un netto calo delle vaccinazioni antinfluenzali rispetto all’anno precedente, circa un 30%. Ma se la campagna fosse progredita si sarebbe potuti arrivare anche alll’80%. 
Luca Sofri osserva che, considerate le conseguenze sulla salute delle persone per le mancate vaccinazioni, campagne come queste uccidono veramente.


Io sono convinto che si sia trattato di un cinico test per misurare l’incidenza della comunicazione sui comportamenti. Le notizie erano false, lo erano consapevolmente, ma coralmente. Ed erano orchestrate da mezzi di comunicazione al servizio di piani che riguardano i negoziati nazionali per l’acquisto di vaccini e farmaci in genere. Le multinazionali tirano sul prezzo e vogliono vendere tutte le scorte, il loro sogno è l’obbligatorietà della vaccinazione di massa. A tal fine si ricattano i sistemi sanitari nazionali per ottenerla. Se il ministero compra e la gente non si vaccina i soldi vengono sprecati e il ministro è ricattabile. Se poi si interloquisce regionalmente da qualche parte prima o poi si passa… ecc. ecc.


Ma qual è il punto spaventoso? E’che oggi come oggi la comunicazione può considerarsi una vera arma letale. 


Mi auguro quindi che l’intervento di Mattarella sia dovuto alla consapevolezza di questo nuovo pericolo. E mi auguro che sia animato da buona fede etica, valore sempre più raro, altrimenti ai cittadini non resta che l’autodifesa sui social. Un’arma moderna da nove milioni di voti solo in Italia, di cui ancora non si conoscono tutti i rischi.





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