Un mese
fa, il 24 Ottobre, in occasione della giornata internazionale per la ricerca
sul cancro, il Presidente Mattarella è intervenuto con saggezza e moderazione.
Non intendo minimamente criticare ciò che ha detto e che ha fatto, anzi lo
ringrazio per l’immagine di serietà che Egli sta dando ad un Paese che ultimamente
perde spesso le staffe soprattutto sul fronte politico.
In
quell’occasione, letto il suo discorso che si può facilmente reperire sul sito
ufficiale del Quirinale, ho notato un’inserzione polemica sul tema dei vaccini.
Ho avuto anche la sensazione che tale spunto, di per sé marginale rispetto al
resto del discorso, sia stato enfatizzato dalla informazione giornalistica dei
giorni successivi.
Ora in
questi giorni, seguendo il caso dell’Emilia Romagna che ha varato un
regolamento filo vaccinazioni per gli asili, noto un ritorno del tema, ma in
termini non esattamente allineati con le sue raccomandazioni.
Egli ha
detto esplicitamente che nella lotta per l’affermazione ampia del diritto alla
salute l’informazione ha un ruolo di rilievo, e che: “notizie infondate o
campagne di indicazioni sbagliate possono provocare comportamenti gravi e
condizionare in senso negativo la vita di persone sofferenti. Attenzione e
serietà devono essere massimi”, perché “…pubblicare notizie senza adeguata
verifica viola i principi basilari della informazione.” Parole sante.
A
questo punto poi il Presidente inserisce un appello forte: “E’ NECESSARIA UNA
ALLEANZA VIRTUOSA TRA SCIENZA E MONDO DELLA COMUNICAZIONE.”
Inutile
osservare che la forma sintattica scelta esclude che essa esista già e, anche
se fosse, risulta chiaro che essa non è certo “virtuosa”…
Ora perché
si è giunti alla necessità di tal solenne richiamo?
Me lo ha
spiegato oggi la lettura di Luca Sofri nel suo godibile libro dal titolo: “NOTIZIE
CHE NON LO ERANO”.
In tale
libro, uscito ancora nel 2015, il giornalista figlio d’arte esamina centinaia
di esempi, a volte drammaticamente, a volte ridicolmente, negativi circa il
comportamento della stampa italiana. Uno di questi esempi riguarda, appunto, i
vaccini.
Tra la
fine di Novembre e i primi di Dicembre di due anni fa sui quotidiani italiani
si è scatenata una campagna pretestuosa e urlante contro i vaccini. Si è
partiti con l’attacco al FLUAD, vaccino antiinfluenzale della Novartis. La
comunicazione assolutamente viziosa consisteva nel dire: “Vaccino, morte
sospetta a Padova” Il Gazzettino, oppure “Novantenne triestina si vaccina, ora
è in coma” Il Piccolo. “Due morti sospette in Sicilia. Bloccato il vaccino per
l’influenza” Il giornale di Sicilia.
Ma i
giornaloni erano ancora più pesanti. Prendiamo ad esempio il quotidiano La Stampa,
allora diretto dall’attuale golden boy di Scalfari: “Vaccino anti influenza,
tre morti sospette. L’Aifa blocca due lotti.” Oppure il Giornale: “ Tre morti
dopo il vaccino” e ancora:” Altri morti, è panico per il vaccino” E La Stampa
poi ritorna con: “Vaccini, altri casi sospetti”. L’intervento più
drammaticamente ridicolo che Sofri riporta è quello de Il Tempo: “Iniezione
letale” (foto con siringa piena di sangue, occhiello << Terrore per il
vaccino antinfluenzale”)
A mano
a mano che giorno dopo giorno aumentava il contenuto ansiogeno dei titoli, come
nel caso del Corriere della Sera:” Sono 11 le morti sospette per i vaccini”, l’informazione
tirava il lettore verso lo scontro con la Novartis fino al 3 Dicembre quando,
con scarsa visibilità, iniziava ad apparire la notizia che dice: “Vaccini anti
influenza, scagionato il FLUAD. Il verdetto della Agenzia Europea: non c’è
nessun rapporto tra il farmaco e le morti “.
In
poche ore, sparito ogni allarmismo. Nessuno ha commentato o chiesto scusa. Il
Corriere, il 7 Dicembre, in un timido colonnino ha spiegato che dopo il blocco
di due lotti di vaccino Novartis si verificò un netto calo delle vaccinazioni
antinfluenzali rispetto all’anno precedente, circa un 30%. Ma se la campagna
fosse progredita si sarebbe potuti arrivare anche alll’80%.
Luca Sofri osserva
che, considerate le conseguenze sulla salute delle persone per le mancate
vaccinazioni, campagne come queste uccidono veramente.
Io sono
convinto che si sia trattato di un cinico test per misurare l’incidenza della
comunicazione sui comportamenti. Le notizie erano false, lo erano
consapevolmente, ma coralmente. Ed erano orchestrate da mezzi di comunicazione
al servizio di piani che riguardano i negoziati nazionali per l’acquisto di
vaccini e farmaci in genere. Le multinazionali tirano sul prezzo e vogliono vendere
tutte le scorte, il loro sogno è l’obbligatorietà della vaccinazione di massa.
A tal fine si ricattano i sistemi sanitari nazionali per ottenerla. Se il
ministero compra e la gente non si vaccina i soldi vengono sprecati e il
ministro è ricattabile. Se poi si interloquisce regionalmente da qualche parte
prima o poi si passa… ecc. ecc.
Ma qual
è il punto spaventoso? E’che oggi come oggi la comunicazione può considerarsi
una vera arma letale.
Mi
auguro quindi che l’intervento di Mattarella sia dovuto alla consapevolezza di questo
nuovo pericolo. E mi auguro che sia animato da buona fede etica, valore sempre
più raro, altrimenti ai cittadini non resta che l’autodifesa sui social. Un’arma
moderna da nove milioni di voti solo in Italia, di cui ancora non si conoscono
tutti i rischi.
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