martedì 9 agosto 2016

Canal Sandino










Il Venerdì di Repubblica di questa settimana si occupa, pensa un po’, di Nicaragua.

Il Nicaragua è uno dei paesi più poveri dell’America Latina. Alla fine degli anni settanta ha fatto una rivoluzione per liberarsi del cappio USA che lo considerava “giardino di casa”. Poi quella rivoluzione, dedicata all’eroe indipendentista Cesar Augusto Sandino, si è democratizzata e ora Daniel Ortega, ex guerrigliero sandinista, è presidente di una repubblica democratica ove si alternano governi conservatori e progressisti. Sono almeno vent’anni che la stampa italiana non se ne occupa, se non per parlare di Alessio Casimirri (ex brigatista latitante) o di vecchi scandali IOR. Ma ora comincia a saltar fuori uno strano interesse per questo paese.



Se ne è occupato recentemente anche il Giornale di Vicenza. Si tratta del Gran Canale: un progetto di canale che permetta l’attraversamento navigabile dal Pacifico ai Caraibi. Nessuno specifica che si tratterebbe di un via commerciale nuova, rivoluzionaria, destinata a favorire il commercio nell’area atlantica soprattutto delle merci cinesi. Cioè a danneggiare gli interessi degli Stai Uniti, e depotenziare il TTIP, ma si parla invece di Francisca Ramirez Torres: “La campesina che guida la lotta del Nicaragua contro il gran canale”. Aaaah! Ecco perché il Nicaragua comincia a guadagnarsi qualche spazio nella stampa italiana… sta “lottando” contro il canale!

Questo canale sarebbe una alternativa strategica a quello di Panama, che è da sempre controllato dagli americani. E perciò si comincia lentamente a montare una storia di rispetto dell’ambiente e diritti umani calpestati. E si presenta questa Francisca come una sorta di Rigoberta Menchù…

Non riesco a trattenere il sorriso sotto i baffi se penso che nel migliore dei casi si tratterebbe di un movimento in tutto simile al nostro No Tav: popolazioni locali contro una infrastruttura faraonica che ritengono devastante, ma contro quest'ultimo movimento lo stesso Venerdì di Repubblica riserva un atteggiamento molto diverso... perché il Treno ad Alta Velocità serve a portare i prodotti atlantici nei mercati dell'est.




Vedo questo articolo come un segnale che c’è già un piano CIA pronto a destabilizzare Ortega per bloccare il canale e riportare finalmente il Nicaragua al ruolo, caro a Reagan, di Giardino di Casa. Per il momento siamo ancora nella fase soft power, si cercano leader di movimento. Ma domani si potrà armare e teleguidare una guerriglia false flag.
Si sa, la Democracy non perdona!





Ma il mio cuore grida ancora: “Hasta siempre comandante, Sandino vive!”






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