martedì 16 agosto 2016

Referendum: per un No sul merito (2)









L’ideale costituzionalista nasce in epoca illuminista come alternativa all’assolutismo. Zagrebelski cita Montesquieu nel suo DE L'ESPRIT des LOIX laddove costui enuncia il principio secondo cui per prevenirne l’abuso il POTERE dev’essere controbilanciato.



Le premesse del ddl Renzi Boschi non vanno in questa direzione.

Esso infatti rappresenta il caso in cui il titolare del potere assume l’iniziativa di cambiare lo strumento concepito per limitarlo. Pertanto qualunque sia lo strumento della nuova costituzione in essa apposto per limitare il potere del governo, tale limitazione anziché eteronoma sarà autonoma, ovvero nella disponibilità del detentore. Il principio di Montesquieu rischia seriamente di non venir soddisfatto.

E non mancano gli esempi di abuso: in Commissione Affari Costituzionali i senatori Mauro e Mineo sono stati sostituiti in quanto “portatori di posizioni difformi da quelle del gruppo di appartenenza”. Ciò contraddice il principio della Costituzione vigente (art. 67) che esclude per il parlamentare ogni vincolo di mandato.



La riscrittura di un testo costituzionale dovrebbe presupporre un dibattito parlamentare caratterizzato da atteggiamento inclusivo (come nel 1947). Ciò invece non è avvenuto. Sono stati infatti attivati ripetutamente quegli strumenti del regolamento che riducono il potere di emendamento (canguro) e di intervento (tagliola) e la votazione è stata caratterizzata dall’uso sistematico di una maggioranza numerica dichiarata incostituzionale dalla Corte per la sproporzione del Premio (il PD avrebbe 180 deputati che diventano 340 grazie al premio incostituzionale).



Con questo tipo di atteggiamento politico il ddl Renzi Boschi è giunto ad approvazione con un iter iniziato al Senato il 15 Aprile 2014 e concluso alla camera con il voto a maggioranza assoluta del 12 Aprile 2016.



Sta agli elettori ora valutare il merito e formarsi una opinione su un intervento che modifica 47 articoli della nostra Costituzione proponendo una nuova composizione e nuove funzioni per il Parlamento, il rapporto Stato Regioni, la Corte Costituzionale, i referendum e il Cnel.

Punto per punto nei prossimi post. 






Antica saggezza veneta:

                                 "Ghe xe chi crede de esar a cavalo e no l'xe gnanca a piè"

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