giovedì 11 agosto 2016

Il Mig rubato dal Mossad









Cinquant’anni fa, in una torrida mattina d’Agosto (1966) il colonnello iracheno Munir Redfa partì da una base dell’Iraq meridionale a bordo del suo MIG dirigendosi a Baghdad come previsto dal piano ufficiale di volo. Ma poco dopo si diresse a tutta velocità verso la Giordania.

Noncurante degli ordini di rientro iniziò manovre anti abbattimento e volò per un lungo tragitto a 230 metri dal suolo. Sorvolò la Turchia e il Mediterraneo verso sud raggiungendo, dopo vari diversivi, lo stato di Israele.

Alla comparsa sul radar un gruppo di Mirage con l’ala a delta lo raggiunse e lo scortò presso una base segreta nel deserto del Nagev. Qualche tempo dopo a Tel Aviv ebbe a sua disposizione un conto corrente bancario con un milione di dollari.

Era il prezzo pattuito col Mossad per il suo tradimento, un atto di immenso valore per Israele che ebbe così a sua disposizione, finalmente, primo stato d’occidente, il più temuto aereo dello schieramento nemico.

Era un Mig-21 di fabbricazione russa concesso all’aviazione dello stato iracheno dall’Unione Sovietica come per l’Egitto, la Siria, la Giordania e più avanti nel tempo, la Libia.  

Il colonnello Redfa era di origini siriane ed apparteneva alla minoranza cristiana, una minoranza che veniva a malapena tollerata dagli altri componenti musulmani delle squadriglie aeree irachene. Fu sedotto da una flirty fishing agent del Mossad che oltre ai soldi assicurò un cambio di identità e una nuova vita anche ai familiari del pilota. Il Mossad pianificava l’evento fin dal 1963. Una esperienza precedente con l’agente John Thomas di origine armena era andata male e si era conclusa con l’impiccagione in pubblica piazza di quest’ultimo per alto tradimento.

Le molte preziose conoscenze ricavate dallo studio del MIG vennero messe a disposizione dell’aviazione israeliana che le sfruttò un anno dopo nella guerra dei sei giorni.

Il Mossad vendette, in una fase successiva, il Mig che aveva rubato, agli americani i quali lo portarono segretamente nel Nevada per uno studio altrettanto approfondito. E' da quegli studi che deriva la creazione del modello Top Gun (oggi superato dai droni). E l’ingegnere militare Doris Barnes, l’americano capo del progetto che studiò il Mig, esprime ancora oggi ammirazione per le soluzioni semplici ed efficaci che caratterizzavano un tipo di aereo che fino a quel tempo fu ineguagliato dominatore dei cieli mondiali.



Lo racconta la giornalista Annie Jacobsen in un gustoso libro uscito a New York nel 2011 e tradotto in Italia da Sara Puggioni per i tipi PIEMME. (Area 51, PIEMME 2012).



Ovviamente riconosco la notevole efficacia del Mossad, ma non riesco a vedere in questa vicenda una cosa che faccia onore al popolo di Israele. L’inganno, la corruzione e il cinismo sono stati usati per una guerra di espansione che lascerà per sempre una ferita profonda nel mondo arabo.










1 commento:

  1. L’inganno, la corruzione e il cinismo sono metodi normalmente usati da ogni serviio segreto e in ogni tipo di guerra. Meravigliarsi, o peggio condannare il Mossad per avere usato metodi comuni a tutti gli altri servizi dimostra soltanto una cosa che si è o stupidi o ingenui o fanatici..

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