sabato 6 agosto 2016

Libiam gravius spes







Situazione critica con la Libia. Il nuovo governo (si fa per dire) Serraji, patrocinato dall’Onu per tutelare gli interessi delle multinazionali petrolifere del G7, non ce la fa a sgombrare le forze armate del generale filo egiziano Haftar. Ciò impedisce la ricomposizione unitaria della Libia postgeddaffiana e mantiene altissimi i costi e rischi connessi all’estrazione e alla fornitura petrolifera. Così la Libia, storico asso nella manica dell’Iitalia per le sue politiche energetiche, invece di risorsa diventa sempre più problema.

Oggi il Fatto Quotidiano la spiega più o meno cosi:

-         Il 30 Agosto 2008 Berlusca e Geddafy hanno firmato un accordo di cooperazione che autorizza Serraji a chiederci oggi 5 miliardi di euro. Il senso dell’accordo era chiudere i vecchi contenziosi coloniali.

-         Le casse italiane non possono permetterselo perché a suo tempo era stato pianificato di finanziare il pagamento con una tassa sull’ENI che poi è stata dichiarata illegittima. (Addizionale Ires 4%)

-         In cambio per un po’ di tempo abbiamo avuto il contenimento del flusso migratorio mediterraneo. Ma questo benefit ora non c’è più perché manca un governo libico forte, in grado di controllare la situazione.

-         Pertanto oggi l’Italia ha il debito e anche l’immigrazione.

Una delle ragioni amministrative che stanno alla base di questa situazione è data dal fatto che la sentenza è diventata esecutiva dalla fine del 2013, anno della mancata impugnazione della sentenza da parte del nostro governo di allora.

(I ministri degli esteri del periodo critico sono Terzi, Monti per un breve interim poi Bonino e Mogherini. Il ministro degli esteri all’epoca del trattato berlusconico era Frattini).

Ora, chi paga?



Una interessante intervista volante del giornalista Cisilin al capogruppo M5S Fabio Castaldo permette di appurare che:

-         Quando è stata attaccata la Libia nel 2011 il soggetto più aggressivo era la Francia. Il suo principale obiettivo è stato realizzato non solo con la morte di Geddafy, ma soprattutto con la divisione del territorio libico.

-         Oggi la Francia sostiene Haftar che di fatto presidia un opzione di eventuale divisione in due della futura Libia. In tal caso Francia si assicurerebbe il controllo di una nuova area di approvvigionamento: La Cirenaica.

-         Con la caduta di Geddafy le tribù locali sono state marginalizzate e ciò le ha gettate tra le braccia del califfato.

-         Una strategia di unificazione territoriale richiederebbe il coinvolgimento e l’inclusione di queste aree tribali; il solo smantellamento militare dell’ISIS a Sirte non genera unificazione.

-         Occorre una strategia che localmente agisca in termini di demarginalizzazione di tali tribù e sul piano globale agisca sulle forniture armigere: noi ad esempio le vendiamo all’Arabia Saudita che sostiene Daesh.

-         Daesh ha (potrebbe avere) un ruolo nel traffico di esseri umani verso l’Europa.







Non mi resta che riproporre il mio raccontino semiprofetico di qualche anno fa:

http://omniavulnerant.over-blog.it/article-mediterranean-legacy-raccontino-di-franc-82673966.html




Buona lettura.









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